Gli arnesi del suono. Antichi strumenti musicali.





L'origine e l'impiego degli strumenti musicali erano in gran parte collegati alle esigenze magiche e rituali: il suono, inafferrabile ed invisibile, conteneva nella sua fugacità componenti immateriali e oscure capacità di incantare i luoghi e di evocare spiriti e divinità.
Solo molto più tardi gli strumenti musica si svilupparono anche sotto il profilo estetico ed espressivo. In base alla loro forma, Curt Sachs (eminente musicologo tedesco) distingue tre culture da cui essi avrebbero avuto origine: l'Egitto e la Mesopotamia, l'antica civiltà cinese e l'Asia centrale.
Infatti, gli strumenti musicali occidentali sono quasi tutti riconducibili alle principali culture dell'antichità. Nell'alto Medioevo si verificò un afflusso dal vicino Oriente tramite Bisanzio (e cioè i Balcani e l'Italia) e l'Islam (attraverso la Sicilia e la Spagna). Queste trasmigrazioni , dovute a commerci, guerre, Crociate, ecc., furono così numerose e varie da rendere oggi quasi impossibile la loro ricostruzione dettagliata.
L'evoluzione di maggior rilievo che si verificò nella storia della musica tra il 1400 ed il 1600 fu l'emancipazione della musica strumentale dalla musica vocale. Gradualmente i musicisti s'appropriarono di tutti i generi delle forme vocali, senza limitarsi unicamente alla musica da Danza: venivano eseguiti sugli strumenti i Mottetti e i Madrigali.
Successivamente organisti e liutisti, usando musica scritta a diverse parti, destinate ciascuna ad essere eseguita da un singolo musicista, le adattarono alla speciali caratteristiche delle loro mani e dei loro strumenti, sviluppando così un proprio stile. Infine i compositori crearono forme di composizione esclusivamente strumentali, differenti da quelle adoperate per le voci.
Lo stadio conclusivo dell'emancipazione della musica strumentale prese avvio nella seconda metà del '500, quando si cominciò a considerare l'orchestrazione.
Importanti documenti per la storia degli strumenti musicali sono le testimonianze lasciateci dalla Poesia, dalla Scultura, dalla Pittura e, soprattutto all'inizio del '500, con l'avvento della stampa, molti trattati sugli strumenti stessi.
Per quasi due secoli alcuni di questi strumenti divennero popolari e, alla fine del '700, molti di essi erano gi ridotti allo stadio di pura curiosità.Infine è da sottolineare il fatto che in seguito non furono inventati nuovi strumenti, anche se la distanza che separa un rabab e una ribeca medioevale da un violino Stradivari è senza dubbio considerevole.

rabab



ribeca

Gli strumenti, quindi, non sono soltanto "arnesi" atti  a plasmare il materiale sonoro, secondo l'estro e il genio del musicista, ma possono essere anche lo stimolo, attraverso il contributo della tecnologia e soprattutto della tecnica dell'esecuzione, per determinare veri e propri fatti linguistici nella storia dell'espressione musicale.
Ecco dunque gli antenati dell'orchestra che conosciamo oggi.
Tra gli strumenti a corda, figurano la crotta (o rotta), forse il più antico, derivato probabilmente dalla cetra classica, dalla quale originariamente seguiva anche la conformazione e la pratica consecutiva. Successivamente fu impiegata come strumento ad arco; la viola, che è poco più grande del violino).




crotta




Negli strumenti a corda, la viola occupa un posto di assoluta preminenza, almeno per gran parte del Rinascimento. La cassa armonica aveva il fiondo piatto e gli incavi a semicerchio; spesso il manico terminava con la scultura a forma di testa di donna o di un animale. I modelli più piccoli, detti viola da braccio, erano tenuti dall'esecutore appoggiati sulla spalla sinistra o anche in grembo; quelli più grandi, detti viola da gamba, erano tenuti fra le ginocchia o appoggiati a terra
La viola ebbe grande diffusione fino al XVIII, quando, in seguito al decisivo affermarsi del violino, cadde in disuso.




viola




La viella era uno strumento particolarmente diffuso,soprattutto fra i trovatori, che se ne servivano per accompagnare il canto. La cassa , di forma ovale, era a fondo piatto, il cavigliere a disco, con i piroli frontali; le corde venivano messe in vibrazione da un arco ricurvo.




viella




La lira la troviamo già presente presso antiche civiltà: i Sumeri, gli Assiri, gli Egiziani, i Greci. Oggi sotto altri nomi, figura in molte culture primitive (es.il Kissar del Sudan e dell'Uganda). Le corde tese fra la base inferiore della cassa e una traversa che, a sua volta, unisce le estremità delle sua corna di gazzella, erano poste in vibrazione con un plettro o pizzicandolo.




lira








Nel Medioevo la lira era in disuso e il termine venne adottato per indicare uno strumento , la del tutto diverso, la cosiddetta lira da braccio tanto dipinta come strumento angelico nelle pitture rinascimentali. Aveva il corpo ampio e piatto; strumento ad arco, si suonava stretto al petto. Dalla lira da braccio derivò la lira da gamba, molto usata per eseguire il basso nelle esecuzioni vocali dei Madrigali.




lira da braccio






La ribeca (corruzione dall'arabo rabab, attraverso il provenzale ribeca) giunse in Europa dall'oriente intorno all'VIII secolo. Dalla cassa a forma di mezza sfera allungata, la Ribeca veniva usata prevalentemente per accompagnare la danza e per raddoppiare il canto all'unisono. Con l'avvento della viola, che in parte da essa deriva, scomparve progressivamente, ma rimase nella civiltà contadina. Non per nulla il rustico suonatore shekspiriano di Giulietta e Romeo fu chiamato Hugh Rebeck.




ribeca






La ghironda è uno strumento caratterizzato da una manovella che si trova all'estremità della cassa: essa mette in rotazione una ruota posta sotto le corde che, a contatto con la ruota, vibrano. L'esecutore teneva lo strumento sulle ginocchia; girava la manovella con la mano destra e azionava i tasti con la sinistra. Ancora oggi è in uso nella Francia meridionale (vielle à roue).




ghironda


Il violino nacque intorno alla metà del XVI secolo, come trasformazione e perfezionamento delle più piccole viole da braccio, il soprano o violino (da notare che tale nome era già in uso prima che nascesse il moderno violino) non senza l'influsso di certi strumenti come la lira da braccio. portato in breve tempo ad alta perfezione tecnica ed estetica dai maggiori liutai del tempo in virtù delle sue eccezionali possibilità  virtuosistiche, del timbro purissimo, penetrante e dolcissimo, soppiantò in breve tutti gli altri strumenti ad arco allora in uso, dando vita, a sua volta, a una famiglia (i moderni contrabbasso, violoncello, viola). Infine è da ricordare l'esistenza di un violino ancora più acuto, la pochette (violino da tasca) usato soprattutto dai maestri di danza, per accompagnare il ritmo. Veniva tenuto nell'ampia tasca della "velade", la spaziosa e svolazzante sopravveste. Fu usato fino al '700 avanzato.


violino




Il liuto  (antico Leuto, dal francese "laut", a sua volta dall'arabo a-l'ud) è uno strumento a corde pizzicate. Il liuto trae origine dallo strumento arabo-persiano A-L'ud, molto diffuso in tutto il Medio Oriente Egitto, Mesopotamia). Strumenti dello stesso tipo, anche se con nomi diversi, erano conosciuti dai cinesi e dagli indiani, con modeste varianti nella forma. Giunto in Europa al tempo delle Crociate, vi ebbe vasta diffusione ed una letteratura imponente, fra il XVII e il XVIII secolo, diventando lo strumento di base per l'educazione musicale prima di essere soppiantato dal clavicembalo.
E' costituito da una cassa di legno a fondo panciuto e disegnato a forma di pera , con manico corto e largo, terminante in un cavigliere inclinato: sulla tavola si trova una rosa finemente ritagliata. Già noto in Spagna, verso la fine del X secolo, citato più volte da Dante, cominciò ad avere una propria letteratura  verso l'inizio del '500, con le raccolte dello Spinacino (Fossombrone XV secolo-Venezia dopo il 1507), del Dalza (Milano, XV secolo), ma nell'arte del liuto, era maestro assoluto Francesco da Milano (1497-1543 ca.).




liuto








La Cetra appartiene alla famiglia della chitarra, da cui riprende la tecnica di esecuzione, la scrittura è uguale all'intavolatura (sistema di intavolazione semplificata) del liuto. Già conosciuta in epoca greca e romana (cithara), la cetra fu in uso soprattutto dal XV al XVIII secolo, poi venne soppiantata dalla chitarra, Caratteristica è la cetra d tavolo, strumento rettangolare, a pizzico, che viene appoggiato orizzontalmente su una superficie. Originaria delle zone dell Alpi tedesche, questo strumento è rimasto confinato nell'ambito della musica popolare.




cetra








L'arpa è una strumento familiare all'ascoltatore moderno; di origini remote, è giunta fino a noi senza grandi cambiamenti nelle sue parti essenziali. L'arpa presenta delle rassomiglianze con taluni strumenti dei popoli arcaici viventi. Le prime sicure testimonianze sono rintracciabili nelle iconografie egiziane e assire, comprendenti modelli verticali e orizzontali di diverse dimensioni. Scomparsa nell'alveo della civiltà greco-romana, l'arpa ricompare nel VI secolo entro l'orizzonte culturale irlandese ed anglosassone. Il Museo di Dublino conserva uno splendido esemplare di poco posteriore al Mille. Fu lo strumento accompagnatore del Minnesanger germanici (corrispondono ai trovatori e trovieri francesi).L"Ars Nova" (XIV secolo) ebbe familiare l'arpa, che incontrò crescente fortuna nei secoli successivi, come strumento solista e per accompagnare la voce, finché non fu immessa per la prima volta nell'orchestra da Monteverdi nell'Orfeo (1607).




arpa








L'organo è uno strumento aerofono a tastiera: il suono viene prodotto dalla vibrazione dell'aria nelle canne, introdotta da mantici che vengono azionati dalla tastiera e dalla pedaliera. Progenitori dell'organo sono considerati la Siringa e flauto di Pan (in cui il mantice era sostituito dal soffio dell'uomo) e la zampogna (col caratteristico serbatoio d'aria).
Il modello più antico, l'hidraulis, risale al III secolo a. C. Dopo un primo periodo di opposizione, il Cristianesimo accoglie l'organo nelle chiese intorno all' IX secolo e dal quel momento l'evoluzione dello strumento fu rapida, per quanto di difficile documentazione. Accanto agli organi delle cattedrali, dotati di grandi canne, di enormi mantici, per il cui funzionamento erano impiegate decine di persone, si svilupparono organi più piccoli: l'organo detto "portantino", che si suonava con la mano destra, mentre la sinistra muoveva il mantice, l'organo positivo (così chiamato perché veniva posato su un tavolo) che si suonava con le due mani, mentre un'altra persona era addetta al mantice. Infine, una curiosità: c'era un tipo di organo che, dopo l'uso, veniva ripiegato come una grossa Bibbia, venne perciò chiamato bibleregal.




organo


Altri strumenti a tastiera: Il clavicordo di forma analoga al clavicembalo, ma di dimensioni ridotte e con una sola tastiera, ne differisce per il modo in cui è prodotto il suono: nel clavicembalo le corde vengono pizzicate, nel clavicordo vengono percosse (come del resto avviene nel moderno pianoforte).
Il clavicordo risale almeno al XIV secolo e conobbe la massima diffusione in Europa nel XVI secolo; poi a poco a poco, fu soppiantato dal clavicembalo, ma non completamente, dato che rimase come strumento da studio e conobbe sino alla fine del XVIII secolo, il favore di molti dei principali clavicembalisti e organisti spagnoli e tedeschi, fra cui Bach.
Il virginale, diffuso fra il secolo XVI e XVII , aveva forma rettangolare e veniva appoggiato su un tavolo. Di tecnica relativamente facile, era lo strumento prediletto delle giovinette nell'Inghilterra del periodo Elisabettiano: di qui forse deriva l'origine del nome.
La spinetta, dal nome dell'inventore Giovanni Spinetti (XV secolo) ebbe maggiore diffusione fra la metà del XVII e la fine del XVIII. A volte con il termine spinetta si intende un piccolo clavicembalo.




clavicembalo






Esiste un'enorme varietà di strumenti nel settore degli strumenti a fiato. La loro storia è varia e complessa. Si può individuare nella cennamella (ciaramella o piva), nel cromormo, nel cornetto gli strumenti che attraverso modifiche e, soprattutto con l'invenzione del tubo ricurvo, portarono a fondamentali strumenti moderni.
Il cromormo, diffuso soprattutto nel XVI e XVII secolo, era di vari tipi: soprano, alto, tenore, basso. Per centocinquanta anni, la famiglia di questi strumenti, dal più profondo a quello più acuto, fu in voga anche se non si conosce musica scritta per esso. Nel '600 gli strumenti di cromormo facevano parte della Corte di Luigi XIV.
Il cornetto, strumento rinascimentale d'avorio o di legno ricoperto di cuoio, di forma leggermente ricurva, dal suono molto dolce, si univa armonicamente alla voce umana, tanto che Bach lo usò in alcune cantate.
Con il passare del tempo, cioè mentre si avviava verso il '700, l'enorme pletora degli strumenti andava sempre più assottigliandosi. L'avvento poi dell'orchestra li ridusse.  I flauti, per esempio, rimasero per sempre, soprattutto per evidenti ragion di importanza di suono.
Da secoli il flauto traverso è stato un protagonista della musica, insieme al fratello più semplice, il flauto diritto, a becco. Naturalmente le modifiche strutturali sono state numerose fino a raggiungere la forma moderna, senza contare il passaggio dal legno al metallo.
Fra gli strumenti a fiato, un gruppo di particolare importanza è quello formato dalle  trombe. Nel Medioevo vennero costruite trombe capaci di coprire un'ampia gamma di suoni; verso la fine del XIV secolo, per evitare trombe di eccessiva lunghezza, si cominciò  ad usare la canna ricurva, secondo il modello tuttora in uso.
Particolarmente usata come strumento militare per fare segnali, la tromba entrò molto presto in orchestra: se già nell'Orfeo di Monteverdi se ne prescrivevano ben quattro nella fanfara che introduce il melodramma.
Come la tromba, il corno, dalla caratteristica e ben nota forma ricurva, entrò in orchestra alla fine del '500. Questo strumento è caratterizzato da una lunga canna (di circa quattro metri) conica, ricurva e da un ampio padiglione. Deriva da un corno animale svuotato e fornito di fori, ed è, quindi, uno strumento antichissimo: gia i Sumeri e poi gli Etruschi e i Romani ne costruivano in metallo. Nel Medioevo fu utilizzato prevalentemente come richiamo di caccia. Nel '600 fu usato nella musica colta e fu da allora che la sua forma cominciò ad avvicinarsi abbastanza a quella odierna, ma soltanto al principio dell'Ottocento la sua trasformazione si completò: migliorarono le sue limitate possibilità tecniche.
La cennamella, già in uso nel XII secolo, dette origine alla bombarda che, apparsa nel secolo XIV, si pone a sua volta tra gli antenati dell'oboe e del fagotto. La cennamella oggi designa anche un tipo di oboe popolare in uso in alcune aree dell'Italia meridionale, per lo più suonato in unione con la zampogna e meno frequentemente con il tamburo.
Il trombone, forse già noto nell'antichità (le tubae dei Romani), verso la fine del XIV secolo, adotta la forma ricurva del tubo, per risolvere il problema dell'eccessiva lunghezza. Esso sosteneva nelle canzoni, poi nelle frottole e nei madrigali, la parte del "tenore". Il suono è maestoso ed ha una varietà di colori veramente straordinaria; fu spesso impiegato.a raddoppiare le voci come, ad esempio, nella Cantata per la festa della Pasqua di Bach.




ciaramella




Chiudo lo scritto con un accenno circa gli strumenti membranofoni, Sono da citare il tamburello , di dimensioni molto piccole e con un'unica membrana, munito di lamelle e sonagli; esso viene suonato o battendo la pelle con il palmo della mano o agitando rapidamente lo strumento per far vibrare i suonagli.
Nel '400 gli Svizzeri consacrarono la nascita del grande tamburo militare, tenuto verticalmente e percosso sulla membrana superiore, Il diametro dello strumento fu vario nel '500; aveva corde tese sotto la pelle, producendo così un suono più chiaro e scattante. Ebbero qualche diffusione due tamburi a mezza sfera, coperti da una membrana. In Italia furono chiamati nacchere  (da non confondere con le castagnette di origine antichissima e usate soprattutto nei paesi di lingua spagnola), che venivano dal vicino Oriente. Si narra che i Crociati fossero stati terrorizzati dall'effetto terribile di questi tamburi doppi.






tamburo militare