Scritti e Conversazioni di Beethoven




Titolo dell'opera:
Scritti e Conversazioni di Beethoven
a cura di Nicolò Di Fede
Cappelli, Bologna, pp.214


La seduzione del libro è insita nel suo stesso titolo che ritrae, sospingendoci verso una figura intrisa di umanità comune. E' inevitabile che l'equivoco giochi sulla sua stessa grandezza, soprattutto quando l'uomo è scomparso e di lui restano solo le opere e magari da questi si tenti di estrapolare il carattere.
Si pensi solo all'Eroica. Di contro, a soffermarsi sulla lettura dei suoi appunti, lettere, dialoghi- peraltro privi di una forma letteraria- paradossalmente verrebbe da domandarsi se colui, che si fa i conti giornalieri e magari impreca perché non tornano, possa avere scritto Il chiaro di luna o L'appassionata.
Quando invece è conosciuta l'affannosa ricerca di una moglie che non trova; in un foglio apparso, così scrive: "Solo l'amore, si, solo esso può darti una vita più felice. O Dio, fammi trovare finalmente colei che mi rafforzi nella virtù e che mi sia concesso fare mia." 
Da un taccuino contenente un lavoro preliminare per la settime e ottava Sinfonia: "Dal cotone nell'orecchio mentre sono al piano calma il tormentoso brusio  del mio udito ammalato."
Parole come queste sono la commovente testimonianza di un uomo, vittima innocente di un destino ingiusto che, proprio a lui creatore dei suoni, ha tolto la gioia del suono.