La funzione educativa nell'antica Grecia.



Nei popoli primitivi L'educazione veniva disciplinata e impartita durante riti di iniziazione che si svolgevano soprattutto nel periodo della pubertà:
Nei principali momenti  e documenti dell'antichità (dall'Egitto alla prime civiltà orientali, dalla Bibbia ai poemi omerici) sono contenute testimonianze di differenti stili educativi che hanno in comune il carattere autoritario e aristocratico, basato su una rigida moralità e religiosità.
Due modelli educativi che costituiranno un comune punto di riferimento per la pedagogia occidentale sono quelli della paidéia spartana e di quella ateniese fra il secolo VII e il V a.C.
La prima subordina l'educazione alle esigenze di uno stato di tipo totalitario; ne consegue un metodo basato sulla vita collettiva dei ragazzi al di fuori della famiglia, sul duro esercizio fisico e sull'acquisizione di virtù militari.
La seconda si basa soprattutto sulla musica e sulla ginnastica e cioè sui contenuti culturali e sportivi tendenti, nel loro insieme,  a un ideale di armonia individuale. Elemento essenziale per promuovere tale processo era lo stretto rapporto, anche amoroso, tra il giovane e l'educatore.
Verso la metà del secolo V Aristofane, rievocando il passato, afferma che "i ragazzi si recavano a scuola in file ordinate e imparavano a cantare  versi eroici di antichi poeti, e poi passavano al maestro di ginnastica".
La riflessione sull'educazione , iniziata in Occidente dai Sofisti,  si volge con Socrate alla ricerca di un principio universale in cui virtù,, sapere, felicità possono coesistere.
Ma il primo tentativo di una presentazione sistematica dei problemi educativi nel quadro di una concezione filosofica è opera di Platone.
In Effetti più vicini alla realtà musicale del loro tempo furono coloro che consideravano gli effetti della musica sull'animo degli ascoltatori e le loro reazioni di fronte all'esecuzione dei diversi tipi di melodia, che articolavano nell'ambito  di ben definite sequenze di note dette "armonie".
Damone-maestro e consigliere di Pericle- e Platone sostenevano che solo l'armonia dorica e frigia avevano la funzione paideutica positiva, mentre le altre armonie (ionica, eolica, lidia, etc) dovevano essere escluse dall'educazione dei giovani. Essi sostenevano anche che non si doveva mutare il modo di far musica, introducendo innovazioni nel rapporto tradizionale, se non si voleva correre il rischio di sovvertire anche le istituzioni dello stato, per lo stretto rapporto che intercorreva tra le forme musicali e i modi di vivere civile.
Aristotele ammette, invece, che l'utilità di tutti i tipi di musica anche di quella che non rasserenava ma perturbava gli animi,  poiché le reazioni violente che essa determinava avevano un effetto catartico, di purificazione delle passioni..
Al di là delle diverse forme di educazione -istruzione oratoria e tirocinio militare da una parte, apprendistato di mestieri e semplice apprendimento imitativo dall'altro- la tradizionale storiografia educativa si è occupata soprattutto dell'istruzione intellettuale e, in particolare, di quella della musica, che ci ha tramandato di se stessa le testimonianze più evidenti, e ha lasciato ad antropologia culturale, sociologia, economia o psicologia lo studio delle altre forme.