La Bagatella.


A.Webern
In campo musicale il termine bagatella (oggetto di poco valore) indica una composizione breve e vivace, di carattere leggero, in genere presentata dall'autore come opera di scarsa importanza.
Per lo più destinate agli strumenti a tastiera, le bagatelle non obbediscono ad alcuna regola precisa. Uno dei primi compositori che utilizzarono questo titolo fu F.Couperin che l'introdusse fra i suoi brani per clavicembalo
In seguito, nella seconda metà del '700 vennero così intitolate le raccolte di bravi brevi, vari e senza pretese.
Ma è solo con Beethoven e le sue tre raccolte di Bagatelle per pianoforte op.33.119 e 126 che queste composizioni raggiungeranno un valore artistico di alto livello. Il numero di bagatelle prodotte sino alla fine dell'800 è considerevole, ma si tratta di opere di scarso interesse.
Un'eccezione conferma la regola: la Bagatella senza tonalità di F.Listz, scritta nel 1885 ma scoperta solo nel 1956. Prima opera che faccia quasi a meno della tonalità (venticinque anni prima di Schonberg), questo brano profetico è tutt'altro che secondario, e van ben oltre, quindi, la forma libera della bagatella, pur conservando brevità e vivacità.
Nel ventesimo secolo, le Quattordici bagatelle per pianoforte op.6 di Béla Bartok si attengono ancora fedelmente alla definizione del genere. Per contro, con le Sei bagatelle per quartetto d'archi, op.9 di Anton Webern, da annoverarsi fra le opere maggiori del secolo, il titolo evoca ormai solo la brevità di una forma non molto rigorosa.