Tropi e Sequenze.







Non è facile definire il tropo e la sequenza, se non riferendosi al fitto che, in ogni caso, si tratta di un "interpolazione", di un'aggiunta di un elemento Un'interpolazione di musica, per esempio un melisma era fatto allo scopo di dare maggiore spazio a frasi musicali che sembrava riscuotessero l'interesse dei fedeli.
Il processo era quello tradizionale, utilizzando cioè delle formule ben conosciute, che però in questo caso potevano avere anche ampio respiro.
L'interpolazione riferita al testo ebbe invece altra natura: di fronte alla ricchezza via via crescente dei melismi, si pensò di applicare alle molte note che si dipanavano  sopra una sola o poche sillabe un nuovo testo. Nacquero così per interpolazione testuale ampie composizioni, del tutto note per chi era abituato ad ascoltare quei melismi, ma del tutto nuove dal punto di vista testuale. Tuttavia, poiché, la difficoltà di adattare un testo a una linea melodica preesistente doveva essere notevole, non mancarono gli adattamenti e le piccole notifiche musicali, la cui entità non è oggi accertabile.
I tropi vennero creati soprattutto sui melismi del Kyrie , e uno dei più antichi autori fu il monaco Tutilone (morto nel 915) del monastero di San Gallo in Svizzera.
Un altro tipo di tropo venne creato sui lunghi melismi dell'Alleluia, e questo è noto col nome di sequenza, poiché assunse una forma astrofica; la prima diffusione è dovuta al monaco Notker Balbulus (840 ca.-912), anch'egli del monastero di San Gallo.
Altri centri di diffusione di tropi e sequenze furono l'Inghilterra, la Francia occidentale, soprattutto a Limoges, la Spagna.