Ruggero Leoncavallo. "L'aurora di bianco vestita"


L'aurora di bianco vestita,                E tu non ti desti, ed invano 
Già l'uscio dischiude al gran sol,      Mi sto qui dolente a cantar
Di già con le rosee sue dita              Metti anche tu la veste bianca
Carezza de' fiori lo stuol!                 E schiudi l'uscio ai tuoi cantor!
Commosso da un fremito arcano,     Ove non sei la luce manca,      
Intorno il creato già par,                  Ove tu sei nasce l'amor!


E' il 1903, Ruggero Leoncavallo ha trentasei anni, la moglie, la suocera, la figlia adottiva sulle spalle e le pesanti rate di Villa Myriam a Brissago (in Svizzera) da pagare. Il fiume di denaro, che gli si è riservato nelle tasche dopo il clamoroso trionfo dei Pagliacci di una decina di anni prima, si è prosciugato; né gli introiti delle opere successive, da la Bohème a Zazà, sono stati tali da soddisfare la sua mania di spendere. Ma come già a Parigi, all'inizio degli anni '80 dell'Ottocento, quando era vissuto accompagnando al pianoforte nei locali notturni alcuni cantanti, anche in quel 1903 a tirarlo fuori dai guai è il mestiere, la sua capacità di comporre di getto melodie brevi e pregnanti, sia per pianoforte solo (come Viva l'America del 1906, dedicata al presidente Roosevelt) sia per voce con accompagnamento orchestrale su testi di poeti francesi e suoi.
Mattinata è una di queste, creata con la stessa facilità e disinvoltura con cui sono nate le quasi cento pagine cameristiche dello stesso genere, tra le quali troviamo anche una Meriggiata per baritono e pianoforte, inedita e senza data.
La fortuna di Mattinata inizia nel 1904, quando Enrico Caruso la incide a Milano con lo stesso Leoncavallo al pianoforte. Non era la prima volta che il compositore affidava la sua musica alle nuove "macchine parlanti", come venivano ancora chiamati i giradischi.
Nel 1903, infatti, lo stesso Caruso aveva inciso per la RCA Victor l'aria Vesti la giubba dei Pagliacci, conseguendo un enorme successo discografico (oltre un milione di copie vendute), ma con un guadagno quasi nullo per il compositore Leoncavallo, nelle questioni economiche era poco accorto, tant'è vero che aveva venduto tutti i diritti di Mattinata per duemila lire alla Gramophone Company, casa discografica statunitense, che ne ricavò introiti da capogiro grazie anche alla versione inglese This the Day.