Che Schubert dovesse scrivere alcune tra le pagine più calde e commoventi dell'Ottocento era segnato nel destino: a nove anni, in virtù del suo talento musicale, entrò a far parte della Cappella della Corte Imperiale dove ricevette una buona istruzione.
Sembra che il fanciullo avesse una voce dolcissima e appassionata, capace di sottolineare le sfumature più segrete del testo. Non meraviglia quindi che, sotto l'energica guida di Antonio Salieri, Franz Schubert già nel 1816 (all'età di diciannove anni) avesse composto oltre cinquecento Lieder per canto e pianoforte, tra i quali molti capolavori.La vena lirica del musicista già si rivela matura e caratterizzata da quella dolce intimità che sarà poi il segno più distintivo dei grandi capolavori degli anni successivi.
Per Schubert il Lied (un testo poetico cantato con accompagnamento pianistico) diviene la forma preferita per esprimere il sentimento del momento, l'immagine improvvisa e la dolente nostalgia per la natura.
I Lieder rispecchiano anche la vita calma e bonaria del musicista che, tranne brevi periodi di insegnamento in Ungheria, visse sempre a Vienna all'ombra del titanico Beethoven. Un circolo ristretto di amici organizzava le Schubertiadi, famose serate nelle quali si faceva soltanto musica dell'autore. Con Schubert al piano, si cantavano canzoni, si suonavano musiche da camera e pezzi per pianoforte.
Le immagini vitali e campestri dei Lieder della maturità lasciarono successivamente posto ad un'ispirazione più profonda e dolorosa, come se negli ultimi anni della sua vita una tormentata religiosità guidasse le scelte del musicista.
Nascono così il Salmo43 per voce femminile, la cantata Lazarus per soli, coro e orchestra, la quinta Messa in la bemolle maggiore e la dolente e nostalgica ve Maria, preghiera canonica della Chiesa Cattolica.
La grande popolarità di questo brano è dovuta a un film del 1933, Angeli senza Paradiso, biografia improbabile e strappalacrime del grande musicista. Accanto alla popolarissima Ave Maria di Gounod, anche quella di Schubert diventò rapidamente un pezzo d'obbligo nelle cerimonie nuziali.