C.Debussy. Trois Nocturnes





Debussy così scriveva:"Il titolo Nocturnes vuol prendere qui un senso più grande e soprattutto più decorativo. Non si tratta della forma abituale del Notturno, ma di tutto quello che questa parola contiene e di luci , specchi".
Il progetto dei tre Nocturnes (Nuages, Fetes, Sirènes) fu tormentato prima della trionfale esecuzione ai Concerts Lamoureux, il 9 dicembre 1900. Ideati nel 1892 e ripresi due anni più tardi in una versione per violino e orchestra, i Nocturnes furono riscritti nella versione definitiva tra il 1897-1899.
I Nocturnes abbandonano ogni schema tradizionale per la novità timbrica e il libero fluire nella costruzione formale. La suggestione extra-musicale e quindi l'attenzione a suggerimenti di tipo pittorico, rappresentano lo stimolo a cercare preziosità inedite d'orchestrazione, una grande libertà di scrittura e una grande ampiezza di orizzonti sonori, di risonanze lontane, di contrasti luce-ombra.
Debussy:"Nuages è l'aspetto immutabile del cielo con il cammino lento e malinconico delle nuvole, sfumato in una agonia grigia, dolcemente tinta di bianco". Su questo "lento cammino" s'innesta a tratti un lamentoso e breve intervento del corno inglese: il motivo è ripetuto tante volte, immutabile su sfondo orchestrale variabile, senza progredire né prestarsi a sviluppo. Esso ci dà un senso di stasi e sospensione totale del tempo nella contemplazione. La seconda sezione è più mossa, con un canto dedicato e un po' orientaleggiante (scala pentatonica cinese). La terza sezione riprende l'ultima parte della prima: ancora il corno inglese, il procedere dei ritmi si interrompe e si riduce in frammenti svanendo.

Debussy:"e' il movimento, il ritmo danzante dell'atmosfera con lasmpi di luce: è anche l'episodio di un corteo (visione abbagliante ve chimerica) che passa attraverso la festa e il duo miscuglio di musica, di polvere luminosa che partecipa ad un ritmo totale". L'orchestra è percorsa da un ritmo ostinato e da una ebollizione continua di accenti e gesti danzanti. La parte centrale del pezzo è rappresentato dalla Fanfara, un ritmo di marcia che, ripetuto infinite volte, sembra venire da molto lontano, per avvicinarsi sempre più, ed esplodere fragorosamente. La terza sezione, in cui ritorna il primo episodio, si chiude con frammenti di suono, sempre più piano e lontano: tutto si dissolve nel silenzio
Debussy:"Il mare, il suo ritmo infinito; poi tra i raggi argentei della luna, si sente il canto misterioso delle sirene". Il Notturno si avvale di un coro di voci femminili, il cui canto misterioso non poggia su parole, ma su vocalizzi.