Pubblicati verso il 1730, i 6 Concerti per flauto traverso op.10, di cui i primi tre portano titoli descrittivi (La Tempesta, La Notte, Il Cardellino) sono stati scritti per un'orchestra di fanciulle che Vivaldi dirigeva a Venezia sin dal 1716, presso l'Ospedale della Pietà, ospizio per trovatelli, ove le allieve più dotate ricevevano un'educazione musicale di livello assai elevato.
Il carattere sperimentale di molti concerti di Vivaldi e le regole tecniche imposte ai solisti di ogni strumento rivelano che queste opere erano destinate a virtuosi di primo piano.
La ripartizione dei movimenti di quest'opera si avvicina a quella adottata da Corelli o da Handel nei Concerti Grossi che non al modello tripartito vivace-lento-vivace quasi sempre seguito da Vivaldi.
La Notte, infatti, comprende sei movimenti che si concatenano cambiando ogni volta tonalità. Il primo, un Largo, in cui il flauto e gli archi suonano all'unisono, precede un Presto dal sottotitolo Fantasmi, la cui atmosfera, fantastica, è ottenuta grazie all'utilizzo di modi inconsueti (scale minori ascendenti senza alterazioni). Segue poi un secondo Largo, poi un secondo Presto molto ritmato.Il quinto movimento, un Largo, porta un sottotitolo: Il Sonno: il letargo preannunciato è reso con un ritmo rallentato (lo strumento solista e gli archi in sordina sono trattati in valori lunghi) e un timbro velato (il flauto è raddoppiato dai primi violini). Un Allegro conclude il concerto.
I due sottotitoli di questa composizione notturna, ne spiegano la struttura, particolare, in dei episodi: La Notte sarebbe più un concerto deformato dal sogno che un concerto italiano vero e proprio.
Ma questo concerto -come gli altri cinque dell'op.10- è notevole anche per il modo in cui allarga le possibilità dello strumento solista.
Nota: esiste un altro concerto di Vivaldi, La Notte, ma lo strumento solista è un fagotto.
La Notte, infatti, comprende sei movimenti che si concatenano cambiando ogni volta tonalità. Il primo, un Largo, in cui il flauto e gli archi suonano all'unisono, precede un Presto dal sottotitolo Fantasmi, la cui atmosfera, fantastica, è ottenuta grazie all'utilizzo di modi inconsueti (scale minori ascendenti senza alterazioni). Segue poi un secondo Largo, poi un secondo Presto molto ritmato.Il quinto movimento, un Largo, porta un sottotitolo: Il Sonno: il letargo preannunciato è reso con un ritmo rallentato (lo strumento solista e gli archi in sordina sono trattati in valori lunghi) e un timbro velato (il flauto è raddoppiato dai primi violini). Un Allegro conclude il concerto.
I due sottotitoli di questa composizione notturna, ne spiegano la struttura, particolare, in dei episodi: La Notte sarebbe più un concerto deformato dal sogno che un concerto italiano vero e proprio.
Ma questo concerto -come gli altri cinque dell'op.10- è notevole anche per il modo in cui allarga le possibilità dello strumento solista.
Nota: esiste un altro concerto di Vivaldi, La Notte, ma lo strumento solista è un fagotto.