La personalità e il genio di Mozart hanno sempre esercitato un grande fascino e ispirato scrittori e registi (si ricordi il film Amadeus).
Quando Stendhal scrisse questa biografia, Mozart era morto da ventitré anni e la sua immagine si stava ancora fissando: per i suoi contemporanei era soprattutto l' "enfant prodige", per i successori sarà il "rivoluzionario" dell'armonia.
Questa Vita si ferma nel guado, tra lo stupore settecentesco e l'ammirazione romantica per l'autore del Don Giovanni. E per il grande romanziere francese è un'occasione per ribadire la sua concezione della musica, si cui troviamo tracce in tutte le sue opere maggiori e in cui l'essenza stessa del linguaggio sonoro appare non tanto quella estetica quanto quella "sentimentale".
Non soltanto la musica esprime per Stendhal qualcosa che va al di là delle parole, ma nel canto assume indipendenza r supremazia rispetto alle parole.
L'opera di Mozart non è dunque per lui al servizio della poesia, ma la trasfigura e la supera.