Giacomo Puccini. Tosca. "E lucean le stelle"









...e olezzava
la terra...stridea l'uscio
dell'orto...e un passo sfiorava la rena.
Entrava ella, fragrante,
mi cadea fra le braccia.
Oh! dolci baci, o languide carezze,
mantr'io fremente
le belle forme discogliea dai veli!
Svanì per sempre il sogno mio d'amore...
L'ora è fuggita
e muoio disperato!...
E non ho amato mai tanto la vita.

Secondo il biografo verdiano Gino Monaldi, a Parigi Verdi rimase entusiasta dalla lettura del libretto che Luigi Illica pensava di trarre dal dramma in 5 atti di Victorien Sardou, al punto da accarezzare il progetto di musicarlo egli stesso.In realtà, se di tanto entusiasmo c'è da dubitare è certo, invece, che Verdi avrebbe chiesto al librettista di rispettare il più possibile lo spirito dell'originale di Sardou.
Come è universalmente noto, fu Giacomo Puccini a scrivere la musica di Tosca - andata in scena con incerta fortuna a Roma nel 1900 - dopo un lungo ed estenuante braccio di ferro con i librettisti: lo stesso Illica, al quale si era unito Giuseppe Giacosa.
La contrapposizione con il compositore divenne particolarmente dura a proposito della scena dell'addio di Cavaradossi. A un uomo di teatro imbevuto di sensualità come Puccini un congedo dalla vita di taglio filosofico non interessava affatto: per questo cancellò con un brutale tratto di penna il testo propostogli; per quell'aria egli voleva pochi e disperati versi, non di un uomo che sta per morire, ma di un amante che mai più potrà stringere a sé il corpo fragrante della propria donna.
Non fu facile, soprattutto per il poeta Giacosa, accettare il punto di vista di Puccini che, al culmine della disperazione, inviò egli stesso dei versi-guida, tra cui il "muoio disperato", facendo presente che aveva già composto la relativa melodia. Il ricatto funzionò e Giacosa dovette cedere.