Lamberto

 



Le sezioni dedicate alla musica nei trattati enciclopedici dei filosofi arabi Al- Farabi (De ortu scientiarum,prima metà del secolo X) e Gundissalvi (De divisione philosophie, metà del secolo xii) diffusero nel mondo latino la distinzione tra musica teorica e musica pratica.
Questa distinzione fu ripresa e approfondita a partire dalla seconda metà del XIII secolo dai trattatisti della musica mensurabilis tendenti a rivendicare la dignità intellettuale di questa nuova pratica musicale.
Così Lamberto, un autore originario probabilmente della regione corrispondente al Belgio attuale, ma certamente vissuto per molto tempo a Parigi, inserisce nel suo trattato (prima del 1279) le duplici definizioni che Gundissalvi aveva dato degli strumenti, degli operatori, delle funzioni della musica. (1)


Lo strumento: altro è quello della pratica, altro quello della teorica. Lo strumento della teorica sono la ricerca e la dimostrazione delle proporzioni e delle voci. Lo strumento della pratica altro è naturale, altro è artificiale; naturale sono il polmone, la gola, la lingua, i denti, il palato e le altre parti tra cui passa il fiato, ma il principale fattore della voce è l'epiglottide; artificiale sono gli organi, le vielle, la cetra, il salterio e simili.
L'operatore è colui che praticamente forma i neumi e le armonie; oppure è colui che teoricamente insegna come fare queste cose in modo che possano muovere gli affetti umani.
La funzione:altra è quella della pratica, altra è quella della tecnica. Quella della pratica è di comporre le armonie secondo arte, quella della teorica è di possedere globalmente la conoscenza delle varie specie di armonie. (CS I, p. 253)

(1) F. Alberto Gallo, La polifonia nel medioevo, Storia della musica a cura della società italiana di musicologia, E.D.T, Torino 1991, p.123