Bruno Maderna




"Ci dicono che l'attività scientifica sia volta a scoprire con mezzi più o meno razionali la natura e Dio, e che l'arte non è che una lirica intuizione dell'assoluto. Io non ho convinzioni scientifiche, ma per quanto riguarda la musica credo che non si tratti di scoprire ma di creare. Il celebre "io non cerco, trovo" di Picasso è incompleto qualora non si attribuisca a quel "trovo" il significato di "creo". E, d'altra parte, basta pensare alla subordinazione volontariamente accettata dell'artista a canoni estetici e formali nei periodi più fecondi della storia dell'arte per rendersi conto che nella realizzazione della propria opera anche l'artista, come lo scienziato, segue un processo che si potrebbe a ragione chiamare razionalmente costruttivo. [...] Una volta [...] si aveva la più grande fiducia nella bontà dell'imitazione, oggi ognuno custodisce gelosamente la propria sensibilità on si sa più amare profondamente l'opera d'arte compiuta, non si è più capaci di vendere dietro di essa l'uomo che l'ha creata e da lui imparare; va sempre più generalizzandosi una incapacità quasi biologica ad afferrare ciò che sta sopra il mestiere o la superficie. Il saggio Montaigne, invece, confessava di sentirsi "simile alle api che, pur saccheggiando i fiori qua e là, danno poi un miele che appartiene soltanto a loro". Certo non si può parlare di un ritorno ab imis come di rimedio all'eccessivo particolarismo della posizione individualista di moda fra la maggior parte di musicisti e musicologi contemporanei, ma non v'è dubbio che un ben grave ostacolo sarà rimosso quando ci porremo di fronte alla musica con la stessa modestia e con lo stesso desiderio di essere semplici, comuni, possibilmente anonimi, che faceva nascere "tropi" e "antifone" proprio da quei monaci che tenevano in assoluto dispregio la fama e che quella musica scrivevano ad esclusiva e maggior gloria di Dio."


da: "Una pagina di Bruno Maderna", in Mila, Maderna musicista europeo, Einaudi, Torino 1976, pp.125-126
Note: Bruno Maderna