Wolfgang cane ammaestrato
Alla fine del Settecento muore Bach, sei anni più tardi nasce a Salisburgo Wolfgang Amadeus Mozart. La metà del XVIII secolo sembra quasi una cerniera tra due epoche della musica. Hanno avuto niente in comune questi due musicisti, maestro Vlad ?
Soprattutto una cosa. Entrambi hanno portato al culmine il sapere musicale del loro tempo. Bach ha rielaborato e reso perfetto tutto ciò che in campo musicale era stato fatto dal medioevo fino ai suoi giorni. Anzi per certi aspetti ha anche precorso il futuro. Di Mozart si può dire che ha spinto alla perfezione, alla massima possibilità espressiva, le forme musicali del suo tempo arrivando, verso la fine della sua breve vita, a rielaborare anche l'esperienza di Johann Sebastian dopo essersi fatto insegnare musica dai suoi figli. Enunciato questo punto di contatto, bisogna aggiungere che c'è però tra i due musicisti anche un'abissale diversità.
Di che tipo ?
Se si prescinde dagli aspetti di futura avanguardia presenti nelle sue opere, si può dire che la musica di Bach chiude un'epoca, quella dello stile severo, polifonico contrappuntistico, da lui condotto al massimo livello. Mozart invece parte da una base musicale completamente diversa, quella della musica detta galante che, se vogliamo usare un termine generale nella storia della cultura, è l'omologo musicale del rococò. Bach era vissuto rinchiuso nella sua tana provinciale di Lipsia. I musicisti del rococò sono invece uomini di mondo, Mozart è tra loro.
Anche Mozart però viene dalla provincia.
Nasce in provincia ma fin da bambino viaggia per tutta l'Europa e poi vive in città, anzi vive proprio nella capitale dell'Impero.
Un'altra somiglianza, mi sembra, viene dal fatto che anche Mozart, come Bach, è figlio di un musicista.
Il padre, Leopold, era apprezzato violinista e compositore. Vale forse la pena di spendere qualche parola su di lui considerato tra l'altro che quest'anno ricorre il bicentenario della sua morte (1787). Per la cronaca anzi possiamo dire che Leopold Mozart era nato ad Augsburg e questo dimostra subito che Wolfgang suo figlio, anche se nato a Salisburg, non era però austriaco di origine.
E' strano la prima grande scuola di Vienna è stata fatta da compositori che non erano viennesi perché Beethoven era renano-fiammingo e Hydn veniva dal confine con la Croazia.
Del resto anche Brahms era di Amburgo.
Si, ma c'è di più la stessa situazione si riproduce per i tre esponenti della seconda scuola di Vienna, in quanto Schonberg (due unti sulla o) era ebreo, Alban Berg aveva le sue origini familiari a Norimberga e Anton Webern a Salorno in Alto Adige che però allora era Austria, Sudtirol (due punti sulla u) .
E Schubert ?
Schubert è il solo vero viennese. Infatti si sente anche della sua musica. Del resto potrebbe essere questa la prova che Vienna era veramente il centro di un Impero. A Roma era successo più o meno lo stesso. Cicerone era di Arpino, Catullo di Sirmione, Virgilio di Mantova e Seneca addirittura spagnolo. E si potrebbe continuare.
Stavamo parlando del padre di Mozart.
Bisogna subito ricordare che Leopold Mozart è stato l'ultimo socio ammesso in quella società per corrispondenza di scienza musicale di cui avevano fatto parte anche Bach, Handel, Telemann e insomma i migliori musicisti del tempo. Leopold venne ammesso soprattutto in quanto autore di un importate trattato di violino. Come compositore ha scritto musica sacra e da camera non spregevole. Nel periodo in cui nasce Wolfgang Amadeus, Leopold si trova a servizio presso il principe arcivescovo di Salisburgo col titolo di vice-maestro di cappella, circostanza che come vedremo avrà ripercussioni notevoli. Wolfgang era il secondogenito, la sorella più grande si chiamava Maria Anna e in famiglia veniva chiamata Nannerl.
Musicista anche lei ?
Musicista senz'altro. Anzi fu proprio Leopold ad accorgersi prestissimo che i suoi due figli erano entrambi straordinariamente dotati per la musica. Cominciò a dare a Wolfang i primi rudimenti quando il bambino aveva quattro anni.
Quali strumenti suonava Mozart ?
Molti. sicuramente suonava bene, da virtuoso, il pianoforte e il violino. Anzi, anticipando un argomento che tratteremo in seguito, vorrei ricordare subito che Mozart adulto troverà proprio al pianoforte seduto davanti allo strumento, quella compostezza, quella grazia, che spesso gli mancò invece in altre circostanze della vita. In contemporanei testimoniano unanimi che, seduto alla tastiera, soprattutto quando improvvisava, pareva trasformarsi in un altro, la sua espressione cambiava, sul volto si diffondeva una distesa tranquillità.
Sappiamo come suonava ?
Senza pose, senza allargare il ritmo, senza esagerare dei rubati, senza troppe stravaganze. Sedeva composto, muovendo appena il capo, senza esternare troppi sentimenti. Come scrive uno dei suoi biografi, Hildesheimer, qui forse e solo qui arrivava al vero godimento del suo genio, qui lo "eseguiva" a fondo, qui diventava il Mozart assoluto.
Torniamo a Leopold. C'è chi dice che abbia sfruttato indebitamente il talento di suo figlio.
Sicuramente è stato per lui un maestro. Gli ha insegnato non solo musica ma anche lingue (fra le quali l'Italiano che allora era indispensabile per chi volesse far musica) poi certo c'è la dibattuta questione delle tournée infantili di Wolfgang per le quali si è scritto e detto che l'aver sfruttato a fini commerciali il talento del bambino sia stato tra le cause della sua salute cagionevole.
E non è vero ?
Non lo sappiamo. Possiamo solo affiancare alla prima ipotesi una seconda e opposta.secondo la quale averlo scarrozzato da bambino per tutto il mondo civile di allora abbia contribuito non poco al precoce sviluppo e alla maturazione creativa di Wolfgang.
Personalmente che ne pensa ?
Io ritengo che una certa verità ci sia in quest'ultima ipotesi. Mozart è stato il più grande - o tra i più grandi - assimilatori di tutta la storia della musica, lavorava e fagocitava tutto ciò che prendeva dagli altri. L'aver visto o udito molto durante questi suoi precoci viaggi lo ha certamente aiutato.
Che cosa spingeva Leopold ad esibire i suoi due figli in pubblico ? La vanità ? l'orgoglio paterno ?
Francamente non lo so. §Posso solo dire che qualcosa di analogo accadde a Liszt che venne fatto esibire anche lui da uo padre in età tenerissima.Nel caso di Liszt la molla viene di solito individuata nel fatto che il padre era un musicista che compensava con i successi del figlio le sue personali frustrazioni. Non so se si potrebbe dire altrettanto di Leopold Mozart che invece era sicuramente contento si sé, del suo stipendio, della sua piccola fama.
Ma se Leopold non avesse generato Wolfgang, oggi ci si ricorderebbe di lui ?
Probabilmente ci si ricorderebbe del suo trattato per violino che è piuttosto importante anche indipendentemente da Wolfgang.
A solo titolo di curiosità quali erano le esibizioni in cui si produceva Wolfgang durante queste tournée ? Suonava il piano, e poi ?
Non soltanto suonava normalmente il piano.. Suonava per esempio con i guanti. Oppure suonava con la tastiera coperta da un tappetino.. O anche chiunque poteva aprirgli uno spartito davanti, qualunque spartito, e lui leggeva e suonava a prima vista. Poi c'erano i giochi. Una volta gli misero davanti una cosa scritta che veniva ritenuta ineseguibile perché laq mano destra suonava all'estremità dei tasti alti, e la sinistra all'estremità di quelli bassi e, nello stesso tempo, c'era da spingere una nota al centro della tastiera.
E Wolfgang che fece ?
La spinse col naso. Forse si può capire perché Liszt soffrisse tanto sa essere considerato "un cane ammaestrato", un giocoliere del pianoforte. Ovviamente i gioco non era tutto, perché poi a Mozart il pubblico metteva anche davanti dei temi sui quali improvvisare. E questa lunga abitudine all'improvvisazione fu per lui fondamentale perché Wolfgang è stato tre l'altro un grande improvvisatore in un'epoca in cui la distinzione tra compositore ed esecutore non era ancora del tutto precisata.
Certo se dovessimo fare un paragone, oggi non dico Boulez o Berio ma neanche un musicista rock, neanche un pianista da balera, accetterebbero di fa giochi di questo tipo.
E' cambiata, fortunatamente, la concezione del musicista, il suo ruolo nelle società. Parlando di Bach abbiamo ricordato che il suo primo incarico a Weimar prevedeva le funzioni di musicista e di lacchè, di Haydn possiamo dire che cominciò come allievo e lacchè di Porpora, di Mozart dobbiamo ricordare un altro episodio famoso e penoso: il suo licenziamento dalla corte dell'arcivescovo di Salisburgo avvenne con un calcio in fondo alla schiena appioppatogli dal conte Arco il giorno 8 giugno 1781, a 25 anni, quando aveva già raggiunto la carica di maestro dei concerti e organista di corte. §Il conte lo prese a calci evidentemente perché poteva permetterselo.
E quando Mozart musicherà nelle Nozze di Figaro la famosa aria "Se vuol ballare signor contadino - il chitarrino le suonerò" che vuole appunto dire più o meno la prenderò a calci, sarà stato in memoria del conte Arco?
Probabilmente. Certo in quell'aria c'è l'impeto della rivoluzione francese che bussa alle porte, un Figaro qualunque, un plebeo, che si rivolge così a un conte era un inquietante segno dei nuovi tempi. I nobili viennesi avranno certamente trasecolato.
Lei ha accennato al fatto che Mozart viaggiò molto in Europa fin dall'infanzia. Può ricordare i viaggi più importanti, i più significativi ?
Il bambino Wolfgang a 6 anni si esibì insieme a sua sorella Nannerl al castello di Schonbrunn (due puntini sulla o) davanti a Maria Teresa presso la quale tornerà spesso. Nel '63, a 7 anni, va in Germania e comincia ad avere contatti con compositori che saranno molto importanti nella sua vita.
A 7 anni ?
A 7 anni Wolfgang aveva già composto alcune sonatine e alcuni minuetti, quindi poteva ben avere dei contatti con altri musicisti. A Schwetzingen ascolta l'orchestra di Mannhein che è stata la prima grande orchestra diciamo sinfonica o pre-sinfonica nella storia della musica, un complesso che ha contribuito moltissimo alla nascita e al formarsi dello stile sinfonico. A Francoforte lo ascolta Goethe, che allora ha 14 anni, e si ricorderà per sempre di lui. più tardi va a Parigi dive tra l'altro vengono pubblicate le sue prime composizioni.
Al contrario del povero Bach...
Il povero Bach, come dice lei,non trovò mai un editore, il giovane Wolfgang all'età di 7 anni pubblica invece le sue prime 4 Sonate per clavicembalo per le quali voglio notare che prevedevano l'accompagnamento ad libitum del violino. In altre parole la Sonata per violino e pianoforte nasce con il pianoforte in posizione predominante e il violino che accompagna. Solo molto più tardi i ruoli si rovesceranno e sarà il pianoforte ad accompagnare il violino. Subito dopo Wolfgang va a Londra dove avviene l'incontro con Johann Christian Bach, che è compositore italianizzante.
Certo Mozart non stava molto a Salisburgo.
Però ci torna. Torna a Salisburgo dopo un altro lungo viaggio attraverso i Pesi Bassi, Parigi e la Svizzera. A Salisburgo, a 11 anni, ha la sua prima affermazione in campo teatrale con l'Oratorio L'obbligo del primo comandamento che venne eseguito nel maggio del 1767 con successo. L'autore ha 11 anni. Il '67 viene generalmente considerato l'anno d'inizio di un'attività compositiva che non si fermerà più fino alla morte, avvenuta nel dicembre del '91. Poco meno di 25 anni durante i quali Mozart metterà insieme 626 numeri d'opus.
E Vienna ?
A Vienna i Mozart si recano spesso. Anzi su diretta ordinazione di Giuseppe, secondo figlio di Maria Teresa e correggente dell'impero, Mozart compone La finta semplice un'opera buffa in tre atti che però nella caitale non viene rappresentata perché quel bambino di una dozzina d'anni comincia già a suscitare parecchie invidie.
Anche in relazione al film Amadeus ?
Sì, anche in relazione al film. Non adesso però. Nel caso della Finta semplice.gli ostacoli, i bastoni tra le ruote vengono da un altro italiano, l'imperatore Afflisio. Comunque Mozart a Vienna assimila Gluk e lo stile di Niccolò Piccinni. Poi rientra a Salisburgo dove viene nominato primo violino (Konzertmeister) nell'orchestra dell'arcivescovo, a titolo gratuito e onorifico.
Lavoro nero.
Lavoro nero. Però ripagato dal fatto che tra il '69 e il '71 vive praticamente in Italia dove visita 13 città e soprattutto diventa allievo di padre Martini a Bologna, che è stato uno dei maggiori teorici musicali europei. Vede dunque che suo padre non si limitava a farlo esibire come un cane ammaestrato ma cercava anche di fargli dare il massimo possibile di educazione. Tra l'altro a Bologna Mozart supera brillantemente la prova prescritta dalla celebre Accademia Filarmonica (il suo compito è conservato negli archivi) di cui viene nominato socio effettivo. Ho saltato Roma perché accadde qualcosa che dà la straordinaria misura del suo genio musicale e merita un cenno a parte.
Sentiamo.
A Roma Mozart visita la Cappella Sistina dove ascolta il celebre Miserere di Gregorio Allegri. Il brano, scritto per due cori a 9 voci, aveva avuto un tale successo che il papa se ne era riservato l'esclusiva vietandone la pubblicazione. Mozart ascolta il Miserere, ripeto brano per due cori a 9 voci, torna in albergo,prende un po' di carta pentagrammata e lo mette giù tutto a memoria. Impresa talmente eccezionale che il papa, ammirato insignisce il giovanissimo Wolfgang dell'insegna dello Speron d'Oro.
Quali tappe seguirono ?
Dopo Bologna, che abbiamo già visto, Milano. A Milano conosce Sammartini e Piccinni, compone alcune sinfonie e l'opera Mitridate re del Ponto rappresentata il 26 dicembre 1770.
Dunque quando l'autore ha 14 anni. Bisogna dire che il servizio a Salisburgo forse era pagato poco però dava al giovane Mozart un'immensa libertà.
Sì, ma soprattutto perché l'arcivescovo proteggeva quello straordinario fanciullo. Situazione che non durerà. Infatti l'arcivescovo protetto muore e nel '72 gli succede Hieronymus Colloredo che, al contrario, dimostra in più di un'occasione grande insofferenza nei confronti dei Mozart padre e figlio e sottopone Wolfgang a parecchie umiliazioni. Leopold ad un certo punto si deve addirittura dimettere dall'incarico per poter seguire i viaggi del figlio, anche se questi diventano più rari. Infatti dalla primavera del '73 all'estate del '77 Wolfgang non si muove da Salisburgo, se si eccettua qualche visita a Vienna dove tra l'altro riceve lezioni da Haydn.
Non abbiamo mai parlato della madre di Wolfgang.
Anna Maria Mozart nata a Pertl era una brava donna e fu quasi certamente una buona moglie. Non era musicista e dalle lettere che conserviamo possiamo dedurre che ebbe buon carattere gioviale e maniere un po' rozze. Anzi,a esser franchi, una decisa inclinazione alla coprolalia.
Tocchiamo un tasto delicato, mi pare.
Molto delicato. In una lettera a suo marito Leopold, durante il viaggio a Monaco e a Parigi con Wolfgamg (l'ultimo viaggio della sua vita perché il 3 luglio el 1778 a Parigi morirà) scrive "Addio ben mio, tirati il culo in bocca e caca in letto da schiantarlo"
Che significato ha un linguaggio del genere.
Vuol essere prova di disinvoltura di affetto, nelle intenzioni. In un'altra occasione sappiamo, da una lettera di Wolfgang, che il principale argomento di conversazione tra lui e sua madre fu una scorreggia. D'altronde è piuttosto noto che Wolfgang scrissi alcuni canoni d'argomento fecale. Per esempio Leck mir den Arsch fein recht schon sauber (Leccami per benino il culo) K 382d, probabilmente nel 1782. Oppure il Leck mich im Arsch (Vaffanculo !) K 382c sempre attribuito allo stesso anno.
Come furono gli amori di Wolfgang ?
Proprio durante il viaggio con la madre, Wolfgang incontra Aloisia Weber figlia di Fridolin (era lo zio di Carl Maria von Weber), futuro autore del Franco cacciatore) e se ne innamora. Amore non corrisposto peraltro. Aloisia era cantante a aveva ambizioni più grandi di quel giovinetto geniale ma un po' sconclusionato. Più tardi Wolfgang sposerà la sorella di lei, Costanza. Abbiamo però notizia di altri amori giovanili. Per esempio con la cuginetta Maria Anna Theckla (detta la Baesle). Più che di amori si trattò di rudimentali approcci sessuali, le prime incomplete esperienze tipiche dell'età. Con la Baesle Wolfgang avrà più tardi, da adulto, una corrispondenza che rievoca spesso sia questi primi approcci erotici dell'adolescenza (nelle lettere i due usano anche parole segrete in codice) sia i prediletti temi legati alle funzioni digestive e anali.
Che aspetto fisico aveva Wolfgang ?
Curiosamente, l'aspetto fisico di Wolfgang ci sfugge. Di altri musicisti possiamo avere una iconografia scarsa o abbondante ma sentiamo subito che erano così come li rappresentano. Schubert per esempio, con quel suo povero viso infelice, gli occhialetti a metà del naso. O Beethoven con quelle caratteristiche marcate, leonine, la carnagione scura, la fronte larga che può essere interpretata come plebea in una visione realistica, o possente in una concezione romantica ma che tuttavia è lì, indiscutibilmente sua.
Anche di Mozart abbiamo parecchi ritratti.
Troppi. E quasi tutti brutti, intendo mal fatti. Oppure chiaramente infedeli. Comunque a voler giudicare dai trattati comuni a queste rappresentazioni dobbiamo mettere insieme il naso grande e carnoso - anzi un giornale del tempo lo definì "il gran nasuto" - gli occhi sporgenti, il labbro superiore molto marcato. Ha sempre dovuto nascondere sotto la parrucca una singolare malformazione dell'orecchio esterno, lui che aveva l'orecchio interno di una perfezione quasi divina. La sua espressione risultava tutto sommato scialba, caratteristica che si vede soprattutto nei ritratti di profilo che appaiono curiosamente immobili. Aggiungo che il suo comportamento era in generale goffo. O troppo impacciato o troppo disinvolto, spesso inopportuno.
Esiste almeno una maschera mortuaria ?
Sì, ma è falsa. Quella vera, che pure venne fatta, fu distrutta probabilmente di sua moglie costanza. Insomma di Wolfgang Amadeus Mozart non abbiamo alcuna rappresentazione fisiognomica attendibile.
Che accadde dopo il viaggio in cui morì la madre ?
Il 29 gennaio 1781 viene rappresentata a Monaco la sua nuova opera Idomeneo re di Creta con un successo tale che Wolfgang capisce che il suo momento è arrivato. Non è più giovanissimo, ha circa 25 anni e anche se non sa che non gliene restano molti da vivere (una decina) è tuttavia perfettamente consapevole che Salisburgo è troppo piccola per lui. Il 9 maggio avviene la definitiva rottura con l'arcivescovo, il giorno dopo Wolfgang consegna la lettera di licenziamento che però viene rifiutata. Lui insiste, gli altri più volte resistono fino a quando, l'8 giugno, c'è il famoso episodio del calcio affibbiatogli dal conte Arco con il quale si chiude questo ciclo della vita di Mozart. Wolfgang stesso rievocherà l'episodio in una lettera al padre: "Ora, - scrive - il signor conte Arco l'ha fatta bella ! E' questo dunque il modo di trattare la gente, portarla per il naso per quattro settimane e alla fine buttarla fuori della porta con un calcio nel culo ?"
Da: Supplemento a "la Repubblica" n.118 del 20 maggio 1987, pp 4-13
Di che tipo ?
Se si prescinde dagli aspetti di futura avanguardia presenti nelle sue opere, si può dire che la musica di Bach chiude un'epoca, quella dello stile severo, polifonico contrappuntistico, da lui condotto al massimo livello. Mozart invece parte da una base musicale completamente diversa, quella della musica detta galante che, se vogliamo usare un termine generale nella storia della cultura, è l'omologo musicale del rococò. Bach era vissuto rinchiuso nella sua tana provinciale di Lipsia. I musicisti del rococò sono invece uomini di mondo, Mozart è tra loro.
Anche Mozart però viene dalla provincia.
Nasce in provincia ma fin da bambino viaggia per tutta l'Europa e poi vive in città, anzi vive proprio nella capitale dell'Impero.
Un'altra somiglianza, mi sembra, viene dal fatto che anche Mozart, come Bach, è figlio di un musicista.
Il padre, Leopold, era apprezzato violinista e compositore. Vale forse la pena di spendere qualche parola su di lui considerato tra l'altro che quest'anno ricorre il bicentenario della sua morte (1787). Per la cronaca anzi possiamo dire che Leopold Mozart era nato ad Augsburg e questo dimostra subito che Wolfgang suo figlio, anche se nato a Salisburg, non era però austriaco di origine.
E' strano la prima grande scuola di Vienna è stata fatta da compositori che non erano viennesi perché Beethoven era renano-fiammingo e Hydn veniva dal confine con la Croazia.
Del resto anche Brahms era di Amburgo.
Si, ma c'è di più la stessa situazione si riproduce per i tre esponenti della seconda scuola di Vienna, in quanto Schonberg (due unti sulla o) era ebreo, Alban Berg aveva le sue origini familiari a Norimberga e Anton Webern a Salorno in Alto Adige che però allora era Austria, Sudtirol (due punti sulla u) .
E Schubert ?
Schubert è il solo vero viennese. Infatti si sente anche della sua musica. Del resto potrebbe essere questa la prova che Vienna era veramente il centro di un Impero. A Roma era successo più o meno lo stesso. Cicerone era di Arpino, Catullo di Sirmione, Virgilio di Mantova e Seneca addirittura spagnolo. E si potrebbe continuare.
Stavamo parlando del padre di Mozart.
Bisogna subito ricordare che Leopold Mozart è stato l'ultimo socio ammesso in quella società per corrispondenza di scienza musicale di cui avevano fatto parte anche Bach, Handel, Telemann e insomma i migliori musicisti del tempo. Leopold venne ammesso soprattutto in quanto autore di un importate trattato di violino. Come compositore ha scritto musica sacra e da camera non spregevole. Nel periodo in cui nasce Wolfgang Amadeus, Leopold si trova a servizio presso il principe arcivescovo di Salisburgo col titolo di vice-maestro di cappella, circostanza che come vedremo avrà ripercussioni notevoli. Wolfgang era il secondogenito, la sorella più grande si chiamava Maria Anna e in famiglia veniva chiamata Nannerl.
Musicista anche lei ?
Musicista senz'altro. Anzi fu proprio Leopold ad accorgersi prestissimo che i suoi due figli erano entrambi straordinariamente dotati per la musica. Cominciò a dare a Wolfang i primi rudimenti quando il bambino aveva quattro anni.
Quali strumenti suonava Mozart ?
Molti. sicuramente suonava bene, da virtuoso, il pianoforte e il violino. Anzi, anticipando un argomento che tratteremo in seguito, vorrei ricordare subito che Mozart adulto troverà proprio al pianoforte seduto davanti allo strumento, quella compostezza, quella grazia, che spesso gli mancò invece in altre circostanze della vita. In contemporanei testimoniano unanimi che, seduto alla tastiera, soprattutto quando improvvisava, pareva trasformarsi in un altro, la sua espressione cambiava, sul volto si diffondeva una distesa tranquillità.
Sappiamo come suonava ?
Senza pose, senza allargare il ritmo, senza esagerare dei rubati, senza troppe stravaganze. Sedeva composto, muovendo appena il capo, senza esternare troppi sentimenti. Come scrive uno dei suoi biografi, Hildesheimer, qui forse e solo qui arrivava al vero godimento del suo genio, qui lo "eseguiva" a fondo, qui diventava il Mozart assoluto.
Torniamo a Leopold. C'è chi dice che abbia sfruttato indebitamente il talento di suo figlio.
Sicuramente è stato per lui un maestro. Gli ha insegnato non solo musica ma anche lingue (fra le quali l'Italiano che allora era indispensabile per chi volesse far musica) poi certo c'è la dibattuta questione delle tournée infantili di Wolfgang per le quali si è scritto e detto che l'aver sfruttato a fini commerciali il talento del bambino sia stato tra le cause della sua salute cagionevole.
E non è vero ?
Non lo sappiamo. Possiamo solo affiancare alla prima ipotesi una seconda e opposta.secondo la quale averlo scarrozzato da bambino per tutto il mondo civile di allora abbia contribuito non poco al precoce sviluppo e alla maturazione creativa di Wolfgang.
Personalmente che ne pensa ?
Io ritengo che una certa verità ci sia in quest'ultima ipotesi. Mozart è stato il più grande - o tra i più grandi - assimilatori di tutta la storia della musica, lavorava e fagocitava tutto ciò che prendeva dagli altri. L'aver visto o udito molto durante questi suoi precoci viaggi lo ha certamente aiutato.
Che cosa spingeva Leopold ad esibire i suoi due figli in pubblico ? La vanità ? l'orgoglio paterno ?
Francamente non lo so. §Posso solo dire che qualcosa di analogo accadde a Liszt che venne fatto esibire anche lui da uo padre in età tenerissima.Nel caso di Liszt la molla viene di solito individuata nel fatto che il padre era un musicista che compensava con i successi del figlio le sue personali frustrazioni. Non so se si potrebbe dire altrettanto di Leopold Mozart che invece era sicuramente contento si sé, del suo stipendio, della sua piccola fama.
Ma se Leopold non avesse generato Wolfgang, oggi ci si ricorderebbe di lui ?
Probabilmente ci si ricorderebbe del suo trattato per violino che è piuttosto importante anche indipendentemente da Wolfgang.
A solo titolo di curiosità quali erano le esibizioni in cui si produceva Wolfgang durante queste tournée ? Suonava il piano, e poi ?
Non soltanto suonava normalmente il piano.. Suonava per esempio con i guanti. Oppure suonava con la tastiera coperta da un tappetino.. O anche chiunque poteva aprirgli uno spartito davanti, qualunque spartito, e lui leggeva e suonava a prima vista. Poi c'erano i giochi. Una volta gli misero davanti una cosa scritta che veniva ritenuta ineseguibile perché laq mano destra suonava all'estremità dei tasti alti, e la sinistra all'estremità di quelli bassi e, nello stesso tempo, c'era da spingere una nota al centro della tastiera.
E Wolfgang che fece ?
La spinse col naso. Forse si può capire perché Liszt soffrisse tanto sa essere considerato "un cane ammaestrato", un giocoliere del pianoforte. Ovviamente i gioco non era tutto, perché poi a Mozart il pubblico metteva anche davanti dei temi sui quali improvvisare. E questa lunga abitudine all'improvvisazione fu per lui fondamentale perché Wolfgang è stato tre l'altro un grande improvvisatore in un'epoca in cui la distinzione tra compositore ed esecutore non era ancora del tutto precisata.
Certo se dovessimo fare un paragone, oggi non dico Boulez o Berio ma neanche un musicista rock, neanche un pianista da balera, accetterebbero di fa giochi di questo tipo.
E' cambiata, fortunatamente, la concezione del musicista, il suo ruolo nelle società. Parlando di Bach abbiamo ricordato che il suo primo incarico a Weimar prevedeva le funzioni di musicista e di lacchè, di Haydn possiamo dire che cominciò come allievo e lacchè di Porpora, di Mozart dobbiamo ricordare un altro episodio famoso e penoso: il suo licenziamento dalla corte dell'arcivescovo di Salisburgo avvenne con un calcio in fondo alla schiena appioppatogli dal conte Arco il giorno 8 giugno 1781, a 25 anni, quando aveva già raggiunto la carica di maestro dei concerti e organista di corte. §Il conte lo prese a calci evidentemente perché poteva permetterselo.
E quando Mozart musicherà nelle Nozze di Figaro la famosa aria "Se vuol ballare signor contadino - il chitarrino le suonerò" che vuole appunto dire più o meno la prenderò a calci, sarà stato in memoria del conte Arco?
Probabilmente. Certo in quell'aria c'è l'impeto della rivoluzione francese che bussa alle porte, un Figaro qualunque, un plebeo, che si rivolge così a un conte era un inquietante segno dei nuovi tempi. I nobili viennesi avranno certamente trasecolato.
Lei ha accennato al fatto che Mozart viaggiò molto in Europa fin dall'infanzia. Può ricordare i viaggi più importanti, i più significativi ?
Il bambino Wolfgang a 6 anni si esibì insieme a sua sorella Nannerl al castello di Schonbrunn (due puntini sulla o) davanti a Maria Teresa presso la quale tornerà spesso. Nel '63, a 7 anni, va in Germania e comincia ad avere contatti con compositori che saranno molto importanti nella sua vita.
A 7 anni ?
A 7 anni Wolfgang aveva già composto alcune sonatine e alcuni minuetti, quindi poteva ben avere dei contatti con altri musicisti. A Schwetzingen ascolta l'orchestra di Mannhein che è stata la prima grande orchestra diciamo sinfonica o pre-sinfonica nella storia della musica, un complesso che ha contribuito moltissimo alla nascita e al formarsi dello stile sinfonico. A Francoforte lo ascolta Goethe, che allora ha 14 anni, e si ricorderà per sempre di lui. più tardi va a Parigi dive tra l'altro vengono pubblicate le sue prime composizioni.
Al contrario del povero Bach...
Il povero Bach, come dice lei,non trovò mai un editore, il giovane Wolfgang all'età di 7 anni pubblica invece le sue prime 4 Sonate per clavicembalo per le quali voglio notare che prevedevano l'accompagnamento ad libitum del violino. In altre parole la Sonata per violino e pianoforte nasce con il pianoforte in posizione predominante e il violino che accompagna. Solo molto più tardi i ruoli si rovesceranno e sarà il pianoforte ad accompagnare il violino. Subito dopo Wolfgang va a Londra dove avviene l'incontro con Johann Christian Bach, che è compositore italianizzante.
Certo Mozart non stava molto a Salisburgo.
Però ci torna. Torna a Salisburgo dopo un altro lungo viaggio attraverso i Pesi Bassi, Parigi e la Svizzera. A Salisburgo, a 11 anni, ha la sua prima affermazione in campo teatrale con l'Oratorio L'obbligo del primo comandamento che venne eseguito nel maggio del 1767 con successo. L'autore ha 11 anni. Il '67 viene generalmente considerato l'anno d'inizio di un'attività compositiva che non si fermerà più fino alla morte, avvenuta nel dicembre del '91. Poco meno di 25 anni durante i quali Mozart metterà insieme 626 numeri d'opus.
E Vienna ?
A Vienna i Mozart si recano spesso. Anzi su diretta ordinazione di Giuseppe, secondo figlio di Maria Teresa e correggente dell'impero, Mozart compone La finta semplice un'opera buffa in tre atti che però nella caitale non viene rappresentata perché quel bambino di una dozzina d'anni comincia già a suscitare parecchie invidie.
Anche in relazione al film Amadeus ?
Sì, anche in relazione al film. Non adesso però. Nel caso della Finta semplice.gli ostacoli, i bastoni tra le ruote vengono da un altro italiano, l'imperatore Afflisio. Comunque Mozart a Vienna assimila Gluk e lo stile di Niccolò Piccinni. Poi rientra a Salisburgo dove viene nominato primo violino (Konzertmeister) nell'orchestra dell'arcivescovo, a titolo gratuito e onorifico.
Lavoro nero.
Lavoro nero. Però ripagato dal fatto che tra il '69 e il '71 vive praticamente in Italia dove visita 13 città e soprattutto diventa allievo di padre Martini a Bologna, che è stato uno dei maggiori teorici musicali europei. Vede dunque che suo padre non si limitava a farlo esibire come un cane ammaestrato ma cercava anche di fargli dare il massimo possibile di educazione. Tra l'altro a Bologna Mozart supera brillantemente la prova prescritta dalla celebre Accademia Filarmonica (il suo compito è conservato negli archivi) di cui viene nominato socio effettivo. Ho saltato Roma perché accadde qualcosa che dà la straordinaria misura del suo genio musicale e merita un cenno a parte.
Sentiamo.
A Roma Mozart visita la Cappella Sistina dove ascolta il celebre Miserere di Gregorio Allegri. Il brano, scritto per due cori a 9 voci, aveva avuto un tale successo che il papa se ne era riservato l'esclusiva vietandone la pubblicazione. Mozart ascolta il Miserere, ripeto brano per due cori a 9 voci, torna in albergo,prende un po' di carta pentagrammata e lo mette giù tutto a memoria. Impresa talmente eccezionale che il papa, ammirato insignisce il giovanissimo Wolfgang dell'insegna dello Speron d'Oro.
Quali tappe seguirono ?
Dopo Bologna, che abbiamo già visto, Milano. A Milano conosce Sammartini e Piccinni, compone alcune sinfonie e l'opera Mitridate re del Ponto rappresentata il 26 dicembre 1770.
Dunque quando l'autore ha 14 anni. Bisogna dire che il servizio a Salisburgo forse era pagato poco però dava al giovane Mozart un'immensa libertà.
Sì, ma soprattutto perché l'arcivescovo proteggeva quello straordinario fanciullo. Situazione che non durerà. Infatti l'arcivescovo protetto muore e nel '72 gli succede Hieronymus Colloredo che, al contrario, dimostra in più di un'occasione grande insofferenza nei confronti dei Mozart padre e figlio e sottopone Wolfgang a parecchie umiliazioni. Leopold ad un certo punto si deve addirittura dimettere dall'incarico per poter seguire i viaggi del figlio, anche se questi diventano più rari. Infatti dalla primavera del '73 all'estate del '77 Wolfgang non si muove da Salisburgo, se si eccettua qualche visita a Vienna dove tra l'altro riceve lezioni da Haydn.
Non abbiamo mai parlato della madre di Wolfgang.
Anna Maria Mozart nata a Pertl era una brava donna e fu quasi certamente una buona moglie. Non era musicista e dalle lettere che conserviamo possiamo dedurre che ebbe buon carattere gioviale e maniere un po' rozze. Anzi,a esser franchi, una decisa inclinazione alla coprolalia.
Tocchiamo un tasto delicato, mi pare.
Molto delicato. In una lettera a suo marito Leopold, durante il viaggio a Monaco e a Parigi con Wolfgamg (l'ultimo viaggio della sua vita perché il 3 luglio el 1778 a Parigi morirà) scrive "Addio ben mio, tirati il culo in bocca e caca in letto da schiantarlo"
Che significato ha un linguaggio del genere.
Vuol essere prova di disinvoltura di affetto, nelle intenzioni. In un'altra occasione sappiamo, da una lettera di Wolfgang, che il principale argomento di conversazione tra lui e sua madre fu una scorreggia. D'altronde è piuttosto noto che Wolfgang scrissi alcuni canoni d'argomento fecale. Per esempio Leck mir den Arsch fein recht schon sauber (Leccami per benino il culo) K 382d, probabilmente nel 1782. Oppure il Leck mich im Arsch (Vaffanculo !) K 382c sempre attribuito allo stesso anno.
Come furono gli amori di Wolfgang ?
Proprio durante il viaggio con la madre, Wolfgang incontra Aloisia Weber figlia di Fridolin (era lo zio di Carl Maria von Weber), futuro autore del Franco cacciatore) e se ne innamora. Amore non corrisposto peraltro. Aloisia era cantante a aveva ambizioni più grandi di quel giovinetto geniale ma un po' sconclusionato. Più tardi Wolfgang sposerà la sorella di lei, Costanza. Abbiamo però notizia di altri amori giovanili. Per esempio con la cuginetta Maria Anna Theckla (detta la Baesle). Più che di amori si trattò di rudimentali approcci sessuali, le prime incomplete esperienze tipiche dell'età. Con la Baesle Wolfgang avrà più tardi, da adulto, una corrispondenza che rievoca spesso sia questi primi approcci erotici dell'adolescenza (nelle lettere i due usano anche parole segrete in codice) sia i prediletti temi legati alle funzioni digestive e anali.
Che aspetto fisico aveva Wolfgang ?
Curiosamente, l'aspetto fisico di Wolfgang ci sfugge. Di altri musicisti possiamo avere una iconografia scarsa o abbondante ma sentiamo subito che erano così come li rappresentano. Schubert per esempio, con quel suo povero viso infelice, gli occhialetti a metà del naso. O Beethoven con quelle caratteristiche marcate, leonine, la carnagione scura, la fronte larga che può essere interpretata come plebea in una visione realistica, o possente in una concezione romantica ma che tuttavia è lì, indiscutibilmente sua.
Anche di Mozart abbiamo parecchi ritratti.
Troppi. E quasi tutti brutti, intendo mal fatti. Oppure chiaramente infedeli. Comunque a voler giudicare dai trattati comuni a queste rappresentazioni dobbiamo mettere insieme il naso grande e carnoso - anzi un giornale del tempo lo definì "il gran nasuto" - gli occhi sporgenti, il labbro superiore molto marcato. Ha sempre dovuto nascondere sotto la parrucca una singolare malformazione dell'orecchio esterno, lui che aveva l'orecchio interno di una perfezione quasi divina. La sua espressione risultava tutto sommato scialba, caratteristica che si vede soprattutto nei ritratti di profilo che appaiono curiosamente immobili. Aggiungo che il suo comportamento era in generale goffo. O troppo impacciato o troppo disinvolto, spesso inopportuno.
Esiste almeno una maschera mortuaria ?
Sì, ma è falsa. Quella vera, che pure venne fatta, fu distrutta probabilmente di sua moglie costanza. Insomma di Wolfgang Amadeus Mozart non abbiamo alcuna rappresentazione fisiognomica attendibile.
Che accadde dopo il viaggio in cui morì la madre ?
Il 29 gennaio 1781 viene rappresentata a Monaco la sua nuova opera Idomeneo re di Creta con un successo tale che Wolfgang capisce che il suo momento è arrivato. Non è più giovanissimo, ha circa 25 anni e anche se non sa che non gliene restano molti da vivere (una decina) è tuttavia perfettamente consapevole che Salisburgo è troppo piccola per lui. Il 9 maggio avviene la definitiva rottura con l'arcivescovo, il giorno dopo Wolfgang consegna la lettera di licenziamento che però viene rifiutata. Lui insiste, gli altri più volte resistono fino a quando, l'8 giugno, c'è il famoso episodio del calcio affibbiatogli dal conte Arco con il quale si chiude questo ciclo della vita di Mozart. Wolfgang stesso rievocherà l'episodio in una lettera al padre: "Ora, - scrive - il signor conte Arco l'ha fatta bella ! E' questo dunque il modo di trattare la gente, portarla per il naso per quattro settimane e alla fine buttarla fuori della porta con un calcio nel culo ?"
Da: Supplemento a "la Repubblica" n.118 del 20 maggio 1987, pp 4-13