F.Chopin creò il suono pianistico romantico. Assorbì e conservò del classicismo l'attenzione al rigore formale e il controllo dello stile e delle strutture, pur rifiutandone le simmetrie obbligate, del romanticismo assunse lo slancio passionale, il soggettivismo introspettivo, lo spirito di ricerca linguistica, il legame con la musica popolare, ma, avverso per carattere agli eccessi, ne respinse gli aspetti visionari e l'enfasi melodrammatica.
La composizione dei Notturni copre un periodo di circa vent'anni (dal 1827 al 1846).
Il compositore J.Field, cui si deve la denominazione di "notturno" per questo genere di composizione pianistica libera, intimistica ed essenzialmente monotematica, esercitò una profonda influenza su Chopin: Nei Notturni n° 1,2,3 op.9 si riscontrano lo stesso stile di melodia accompagnata, stesse fioriture ispirate al bel canto italiano.
Componendo la triade dell'op. (n°4, 5, 6), Chopin si stacca dal suo modello ancor prima di affermare pienamente la propria concezione del notturno nei due brani (n°7, 8) dell'op.27. Il primo (do diesis minore), di forma A-B-A come quasi tutti i Notturni, inizia con un larghetto sognante che contrasta con un episodio centrale dalla figura ritmica cupa e tesa; il secondo (re bemolle maggiore) sviluppa una melodia ornata sullo sfondo di arpeggi colorati dalle più svariate armonie. I due Notturni dell'op.32 (n°9 e 10) rilevano minore abilità. Superiore per qualità musicale, il n°11 in sol minore (op.37 n°1) permette di misurare i progressi stilistici compiuti dal compositore (si tratta di una nuova versione del n°6 op.15 n°3); il n°12 (sol maggiore) op. n°2 alterna due temi (il secondo dei quali ha un ritmo di barcarola) secondo uno schema firmale A-B-A-B-A-B.
Con il Notturno n°13 in do minore op.48 n°1, Chopin compone una delle sue opere più originali, splendidamente elaborata dal punto di vista della transizione fra il lento molto cupo dell'inizio e l'agitato della parte centrale, ritmico.
Il Notturno n° 14 op.48 n° 2, in fa diesis minore, pur non avendo i pregi del precedente, è pur sempre ragguardevole sotto il profilo dell'invenzione melodica, il n°16 (si bemolle maggiore) op.55 n°2, ben più interessante del popolare n°15 (n°1 fa minore), rispecchia l'intensificarsi dell'attività contrappuntistica che rivela la produzione dell'ultimo Chopin.
Per il complesso ordinamento delle linee melodiche, la raffinatezza dell'armonia cromatica e la fluidità ritmica, i Notturni n°17 in si maggiore op.62 n°1 e n°18 in mi maggiore op.62 n°2 si affermano come composizioni capitali nell'ambito dell'intera produzione di Chopin e concludono il ciclo dei Notturni preannunciando Fauré.
Con il Notturno n°13 in do minore op.48 n°1, Chopin compone una delle sue opere più originali, splendidamente elaborata dal punto di vista della transizione fra il lento molto cupo dell'inizio e l'agitato della parte centrale, ritmico.
Il Notturno n° 14 op.48 n° 2, in fa diesis minore, pur non avendo i pregi del precedente, è pur sempre ragguardevole sotto il profilo dell'invenzione melodica, il n°16 (si bemolle maggiore) op.55 n°2, ben più interessante del popolare n°15 (n°1 fa minore), rispecchia l'intensificarsi dell'attività contrappuntistica che rivela la produzione dell'ultimo Chopin.
Per il complesso ordinamento delle linee melodiche, la raffinatezza dell'armonia cromatica e la fluidità ritmica, i Notturni n°17 in si maggiore op.62 n°1 e n°18 in mi maggiore op.62 n°2 si affermano come composizioni capitali nell'ambito dell'intera produzione di Chopin e concludono il ciclo dei Notturni preannunciando Fauré.