Una parte considerevole della produzione strumentale di Bach è destinata al clavicembalo e, al di là dei valori intrinseci, per cui sono tuttora studiate ed eseguite, differiscono dalle raccolte per clavicembalo che circolavano in Europa a quel tempo.
E' proprio in questo ambito che si palesa la sintesi fra gli stili tedesco, francese, italiano, frutto degli studi compiuti in gioventù. Molte opere sono la "sperimentazione" su aspetti tecnico-espressivi; si veda per esempio il Concerto italiano" BWV 971 che riporta sul clavicembalo a due tastiere la dinamica a contrasti tipica del concerto barocco italiano.
Gli otto concerti per clavicembalo e archi BWV 1052-1059 sono stati scritti fra il 1728 e il 1735 per il Collegium Musicum -fondato da Telemann- che Bach dirigeva a Lipsia.
Costruito sul modello italiano, il concerto n.5 è composto da 3 movimenti (allegro,-lento-allegro).
L'allegro iniziale ed il presto finale sono caratterizzati da una ritmica vigorosa e da un ordinamento tematico complesso dove lo strumento solista si fonde spesso con l'orchestra. Il largo centrale produce con questi movimenti un contrasto di grande effetto: la mano destra del clavicembalo sgrana una linea melodica che è la trascrizione della vecchia parte del violino, mentre la mano sinistra si confonde con gli archi trattati a pizzicati.
Questo concerto, quindi, non è tanto un dialogo fra solista e orchestra quanto un brano polifonico che si basa sul gioco simultaneo del clavicembalo e degli archi trattato come un insieme.