Leopold Mozart: "Dedicato a chi canta e a chi accompagna".

Leopold Mozart padre di Wolfang



"Molti che non hanno alcun buon gusto nell'accompagnare  una parte concertante, trascurano di rispettare l'uguaglianza della battuta, e si sforzano piuttosto di tener dietro alla parte principale. Sono accompagnatori per dilettanti e non per maestri. Quando però si ha che fare con qualche cantante italiana o con uno di quei pseudo virtuosi che non riescono a mantenere il tempo neppure nei pezzi che hanno imparato a mente, allora sì che è necessario perdere una mezza battuta per salvarli da una figuraccia. Se invece si accompagna un autentico virtuoso, degno ti tal nome, non si deve assecondare le libertà del solista che, anticipando o ritardando le note, sa trattare gli effetti migliori, ma si deve continuare a suonare proprio come richiede il movimento: altrimenti si finirebbe per rovinare con l'accompagnamento quello che il solista ha voluto ottenere; un buon accompagnatore deve dunque essere in grado di giudicare un concertista. Egli, quindi, non deve assolutamente tener dietro al grande virtuoso, che altrimenti rovinerebbe il suo "tempo rubato". Che cosa sia il"rubato" può essere dimostrato più facilmente in pratica che non a parole. Al contrario, se si ha a che fare con un falso virtuoso, conviene, soprattutto negli adagi cantabili, prolungare alcune crome di mezza battuta, affinché quello possa ritornare in sé dalla sua estasi; e niente procede secondo la battuta, poiché quello suona sempre in recitativo". *

*Citato da Hermann Albert in Mozart. La giovinezza 1756-1782, Milano 1984, traduzione di Boris Porena e Ida Cappelli.