Lo scacciapensieri.


















Lo scacciapensieri è un curioso strumento, piacevole per chi lo suona a motivo del suo suono caratteristico e nasale; poco udibile invece per chi ascolta, causa l'esiguità della sua voce.
Una lamella elastica è fissata per un'estremità libera; il suonatore tiene il telaio tra i denti onde favorire con la risonanza della cavità orale il suono prodotto pizzicando la lamella con un dito, o con una cordicella. La bocca può atteggiarsi a posizioni diverse e quindi variare la capienza della sua cavità che funge da risonatore e che così a volta a volta amplificherà uno degli armonici del suono fondamentale emesso dalla lamella vibrante: proprio quel che avviene, in fondo,  nella fonazione per l'emissione della varie vocali. In questa maniera è possibile ottenere pure delle piccole melodie. Alcuni osservatori attribuiscono il timbro e l'altezza del suono al fiato dell'esecutore che investe la lamella, ma si tratta tuttavia di un elemento accessorio.
A ben vedere, l'azione del soffiare contro una lamella potrebbe avere una connessione con la nascita dello scacciapensieri. Nelle isole Hawai e nelle Marchesi un pezzo di bambù viene intagliato a un'estremità e una linguetta, sempre di bambù, trattenuta nell'intagliatura verticalmente, vibra quando vi si indirizzi contro la voce mentre si canta. Artefici come questo, per far vibrare delle lamelle col fiato o la voce, si ritrovano anche nella Melanesia e nell'Africa settentrionale. Siamo di fronte ad un altro strumento che ha per scopo d'alterare e mascherare la voce umana.
Circa la lenta evoluzione dello scacciapensieri, le dimensioni diminuirono gradualmente; la lamella fu da principio costituita da una sottile striscia incisa e sollevata dal medesimo telaio o supporto di bambù al quale testava attaccata per un'estremità (scacciapensieri idioglotti); in seguito essa venne ricavata separatamente, in bambù o in metallo. e quindi fissata al telaio per un'estremità (scacciapensieri eteroglotti). I modelli più antichi avevano una sottile cordicella, dalla parte opposta alla lingua, che metteva in vibrazione la lamella quando era tirata con strappi; i più recenti recano invece una sottile punta. Tutti questi tipi di scacciapensieri nacquero nell'Asia sud-orientale; nelle isole di Formosa e di Engano si possono ancora trovare esemplari di grande interesse, testimoni del passaggio tra le due forme. Si possono trovare stadi intermedi tra lo scacciapensieri con la lasmella ricavata dallo stesso supporto di bambù e quello moderno in metallo, che più recentemente viene costruito con una sottile linguetta d'acciaio saldata a un telaietto curvo di metallo a volte nella foggia di una forcina per capelli; altre volte rassomigliante a un ferro di cavallo.
Questo scacciapensieri metallo ha conosciuto due differenti forme: nella più antica, nota tramite l'Asia e comune nell'Europa del Medioevo, la parte terminale più larga della linguetta è proiettata oltre la curvatura del telaio; nell'altra più recente, la linguetta non supera il perimetro del telaio. L'elasticità della linguetta d'acciaio favorisce un suono più netto e consistente, ed è per questa ragione che alcuni popoli orientali giudicano lo scacciapensieri in metallo troppo rumoroso per poter conciliare il tranquillo stato di meditazione richiesto da uno strumento così intimo e personale.