Trovatori e Trovieri.




Da: Giulio Cattin, Il Medioevo I, Storia della Musica, E.D.T, Torino 1979,pp201-202


 Anonime vidas di due trovatori.

Le vidas provenzali sono esili medaglioni biografici dei trovatori redatti nei secoli XIII - XIV e inclusi in vari canzonieri. La loro veridicità si riduce a qualche dato credibile, se non proprio autentico, e alla libera ricucitura di spunti offerti dalle liriche dei poeti. Si tratta dunque di novelle aneddotiche costruite fra storia e fantasia, assai vicine al genere agiografico. Ai nostri fini, più che la conoscenza per esteso di singole biografie, gioverebbe estrarre le valutazioni sulle conoscenze musicali dei poeti, i quali non sempre erano insieme versificatori, compositori e cantanti-esecutori. Se per Marcabruno abbiamo esplicita affermazione ch'era poeta e musico ("Fetz Marcabru los motz e lo so"), e se Raimbaut d'Aurenga accenna anche all'esecuzione ("Una chansoneta fera, /voluntiers l'aver'a dir"; dove faire=trobar vers ee dir=chantar so), per altri autori le vidas avanzano limitazioni precise, che sono state in parte raccolte da Aurelio Roncaglia:"Pons de Capdoill "sabia ben trovar e violar e cantar"; Richart de Berbezill "ben cantava e disia sons e trobava avinentemen motz e sons"; Gausbert de Poicibot "saup ben letras e ben cantar e ben trobar". Invece, Aimeric de Peguilhan "apres canzos e sirventes, mas molt mal cantava"; Gaucelm Faidit "fetz molt bos sos e bos motz", ma"cantava peiz d'ome del mon" _(tutt'al contrario di Peire Vidal, che "cantava meils d'ome del mon"); Elias Cairel "mal cantava e mal trovava e mal violava e peichs parlava", ma "bem escrivia motz e sons"(L'Ars Nova italiana del Trecento, IV, Comune de Certaldo 1978, p. 368). Non sarà tuttavia inutile, a scopo esemplificativo, la lettura di questo perfetto romanzo in miniatura.







Vita di Jaufre Rudel.


Jaufre Rudel di Blaia fu uomo molto nobile e principe di Blaia. E s'innamorò della contessa di Tripoli senza vederla, ma solo per il bene che di lei udì raccontare dai pellegrini provenienti da Antiochia; e fece su di lei parecchie canzoni con buone melodie ma povere parole. E volendo vederla, si fece crociato e si mise in mare. E in nave lo colse una malattia molto grave, sicché coloro che erano con lui credettero che morisse sulla nave, ma tanto fecero che lo condussero in albergo a Tripoli quasi come morto. E lo fecero sapere alla contessa ed ella andò da lui, al suo letto, e lo prese tra le sue braccia. Ed egli conobbe ch'era la contessa e ricuperò d'un tratto la vista, l'udito e la parola; e lodò Dio e lo ringraziò perché gli aveva conservato la vita sino a poterla vedere; e così morì tra le braccia della sua donna, Ed ella lo fece seppellire onoratamente nella sede dei Templari; e poi, quel giorno stesso, si fece monaca per il dolore ch'ebbe di lui e della sua morte.